Se ne sente parlare sempre più spesso a proposito delle cosiddette New Addiction: ma cosa si intende per dipendenza affettiva? In questo articolo cercheremo di spiegare come riconoscerla e, considerate le conseguenze negative sia in termini di identità che di autonomia personale, proporremo delle soluzioni per superarla.
Definiamo la dipendenza affettiva
Si parla di dipendenza affettiva quando una persona permette che gli altri influenzino i suoi pensieri e i suoi atteggiamenti e solo questo le permette di sentirsi serena. In questo modo lascia agli altri il controllo sulle sue emozioni e ne diviene totalmente dipendente.
La dipendenza affettiva è una patologia che coinvolge la persona che ne soffre a più livelli: cognitivo (sistema di pensieri che ruota intorno alla relazione), emotivo (ricercare qualcuno per sentirsi completi e sicuri, con conseguenti sensazioni ed emozioni connesse al partner e alla relazione), comportamentale (le azioni dell’individuo che soffre di dipendenza) e relazionale (sistema di equilibrio all’interno della coppia e nelle relazioni con gli altri).
Il primo passo per affrontare questo disturbo è riconoscere di avere un problema. Ci sono sintomi e comportamenti che ci possono aiutare a definire se abbiamo un problema nei confronti del nostro partner a tal punto da riconoscere la relazione come relazione tossica, intendendo con questo termine tutto ciò che va a minare la nostra serenità e la libertà personale.
Solo negli ultimi tempi la dipendenza affettiva è stata riconosciuta come un vero e proprio disturbo e rientra in quelle che vengono definite “New Addiction” (nuove dipendenze), è stata quindi individuata come una vera e propria dipendenza di tipo comportamentale.
Chi soffre di dipendenza affettiva dipende emozionalmente da un’altra persona, ad esempio dal suo partner. Solitamente chi soffre di questo disturbo riferisce vissuti di questo tipo:
– sente legata la sua stessa felicità a una sola persona con tendenza a trascurare tutte le altre attività e relazioni sociali (amici e spesso anche la famiglia);
– sente di dipendere enormemente dalla opinione del partner creando così una forte dipendenza emotiva e psicologica;
– ha paura di essere rifiutato o di perdere l’altro (paura che può arrivare fino all’ossessione);
– si autocondanna delle proprie opinioni di fronte al partner per timore delle discussioni (e del conseguente isolamento e rifiuto punitivi);
– prova astinenza per l’assenza del partner con sofferenza e mancanza compulsiva dell’altro;
– ha la percezione di un tempo investito nella relazione molto ampio e pervasivo (sensazione di non avere tempo per nessun altro spazio per se stesso);
– vive una sensazione di isolamento e di rinuncia ad altri tipi di attività sociali, lavorative o di svago;
– è impegnato in continui sforzi per poter controllare la propria relazione, preoccupandosi costantemente di qualsiasi elemento che possa metterlo in discussione (pensiero, emozione, comportamento);
– sente di non soddisfare i propri bisogni ma quelli dell’altro, in particolare quelli del partner;
– riferisce di non vedere la coppia composta da due individui separati, ma come un tutt’uno, con conseguente bisogno continuo di rassicurazioni;
– non crede di meritarsi amore e avverte di disporre di una bassa autostima e di una necessità continua di riconoscimenti, unita a una forte paura della solitudine;
– ha paura della separazione e di stare da solo, sentendosi felice solo nella relazione;
– idealizza il partner e ha pensieri ossessivi su di lui/lei, pensando in continuazione a dove sia o a cosa stia facendo;
– ha sempre paura che il partner possa perdere interesse in lui/lei;
– si sente incapace di lasciare andare la relazione, nonostante il dolore che questa provoca.
Carenze affettive del caregiver: le cause della dipendenza affettiva
Le principali cause della dipendenza affettiva hanno radici profonde e risalgono all’infanzia. Queste sono la mancanza o la carenza d’affetto o d’amore, o altri traumi infantili di tipo emotivo che si sono verificati soprattutto nell’età precoce e che hanno causato un vuoto e un continuo senso di paura dell’abbandono. Quando il bambino inizia a costruire una sua identità vive una condizione di delicata vulnerabilità, e nel caso ci dovessero essere delle critiche, delle punizioni o la completa indifferenza da parte dei genitori durante questo processo, il bambino potrebbe crescere con uno spiccato senso di colpa e scarsa autostima.
Questi tipi di traumi all’origine della dipendenza affettiva riguardano quindi principalmente la relazione con i genitori (o del caregiver, ossia di chi si prende cura del bambino) e potrebbero coinvolgere avvenimenti come l’assenza emotiva delle figure di riferimento, un lutto, un abbandono o le separazioni più o meno traumatiche. Le persone che hanno sofferto questi traumi affettivi e carenze d’affetto, possono ricreare, anche inconsapevolmente, lo stesso scenario nelle relazioni adulte, ritrovandosi così in una spasmodica ricerca di affetto e dipendenza.
Il partner diventa l’unica cosa che fa sentire bene e vivi, e da cui non si può prescindere, proprio come nelle dipendenze da sostanze, anche in questo caso l’amore e il partner diventano l’unica fonte di benessere e ossessione e uscire da tale dipendenza diventa complicato e dolorosissimo.
Negli stadi più problematici l’individuo può non avere più il controllo della situazione, ma essere totalmente condizionato dalla dipendenza affettiva, e anche se sta male e vorrebbe chiudere la relazione, non riesce a farlo.
Le relazioni tossiche sono relazioni nocive che logorano la persona dipendente e la coppia. Le persone che tendono a prolungare una relazione tossica, sono persone normalmente insicure e che non apprezzano la solitudine, anzi ne hanno quasi paura. Questa insicurezza deriva normalmente da un vissuto familiare e storico e ha a che fare con la paura dell’abbandono, il non riconoscimento e il rifiuto. Per non trovarsi davanti a una di queste situazioni, la persona con tendenze di dipendenza, è disposta ad accettare di tutto, anche se soffre o viene umiliata.
La dipendenza affettiva da adulti può diventare patologica, e sfociare in disturbi quali la depressione o un disturbo di personalità dipendente.
Se sei dubbioso su te stesso e credi di aver bisogno di aiuto, puoi rivolgerti ad uno specialista della salute mentale, ossia uno psicologo psicoterapeuta, che ti consiglierà, a seconda dei casi:
- una terapia a breve termine per aiutare il paziente nella sua sofferenza attuale;
- una terapia a lungo termine che porti il paziente a risolvere le situazioni di trascuratezza fisica ed emotiva, di abbandono o maltrattamenti che minano l’autostima e l’immagine del sé per portare così la persona verso la ricerca di relazione in cui si senta amata e rispettata. Il punto non è quello di non dipendere da nessuno ma di creare una relazione sana basta sull’amore e sul rispetto e non su comportamenti patologici.